Negli ultimi giorni si è parlato molto dell’ipotesi dello spostamento del campus di Ingegneria dell’Università di Bergamo, attualmente a Dalmine, presso la ex fabbrica Reggiani a Bergamo. È una notizia che ha preso molti di sorpresa, sindaco di Dalmine e Regione Lombardia compresi. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. — Articolo in continuo aggiornamento
Nella giornata di domenica 5 febbraio, Corriere Bergamo ha pubblicato un articolo in cui ipotizza il trasferimento del dipartimento di Ingegneria dall’attuale sede di Dalmine agli stabilimenti “Ex Reggiani”, situati a Bergamo in zona stadio. Corriere utilizza molti condizionali, ma è abbastanza perentorio nel dire che il trasferimento è voluto dall’attuale rettore UNIBG, nonché ex Presidente della Commissione Paritetica della Scuola di Ingegneria, Sergio Cavalieri.
Sempre il Corriere, citando fonti interne all’ateneo, sostiene che la notizia del trasferimento sia “più che fondata, fondatissima”, tanto da avere già un “piano logistico con un timing che prevederebbe il trasferimento «a blocchi» delle varie sezioni tutt’altro che futuribile: il primo tra pochi mesi”. Un progetto da 70 milioni di euro.
Cosa è la “Ex Reggiani”
La cosiddetta “Ex Reggiani” è un’area dismessa di circa 105 mila metri, vicina allo stadio comunale di Bergamo. Il sito, ex fabbrica tessile, è chiuso da molti anni e aspetta una nuova destinazione d’uso.
Nel giugno 2022, l’area è stata acquistata dall’azienda Pessina Costruzioni. Secondo l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini “l’area ex Reggiani è la seconda area dismessa della città [di Bergamo] per dimensioni dopo lo scalo ferroviario e rappresenta, per questa amministrazione, l’ultima sfida rimasta per quel che riguarda la rigenerazione degli spazi in disuso di particolare rilevanza della città”.
Gli aggiornamenti di gennaio
Il 7 febbraio, L’Eco di Bergamo (PDF) spiega che internamente all’ateneo si discute della “Ex Reggiani” già dallo scorso dicembre, “quando la proprietà del complesso ha aderito alla manifestazione di interesse dell’Università”. È quindi UNIBG che ha ricevuto la richiesta dal gruppo Pessina, e non viceversa. L’Eco, in data 8 febbraio, sostiene che sia stato il Comune di Bergamo ad avere favorito l’incontro tra Pessina e Università.
Continua L’Eco: “L’idea di utilizzare la Ex Reggiani […] è stata illustrata in via preliminare nel corso di una riunione tenutasi di recente al campus di Dalmine” e l’area dell’ex fabbrica è già stata visitata da personale dell’Università nelle scorse settimane.
Ma Cavalieri, attuale rettore dell’Università, precisa che “siamo ancora in una fase preliminare […] Non abbiamo preso alcuna decisione e non ho ancora avuto tempo di fare i passaggi con gli organi preposti”. C’è ancora da stabilire l’entità dell’investimento (Corriere parlava di 70 milioni) e quali dipartimenti verranno spostati.
Ingegneria a Dalmine
Il dipartimento di Ingegneria è nato a Dalmine nel 1991. Il Corriere dice che la sistemazione a Dalmine “fu definita a quei tempi «provvisoria» perché già nei piani di allora, la facoltà di Ingegneria avrebbe dovuto, nel giro di pochissimo tempo, insediarsi nella ex Caserma Montelungo”. Invece ora nella “ex Caserma Montelungo” verranno realizzate delle residenze studentesche.
Da tempo si parla del fatto che gli spazi a Dalmine siano un po’ stretti per Ingegneria, che ha raggiunto i quattromila iscritti. E infatti nel 2019 era stato annunciato il progetto di espansione del campus, nell’edificio dell’ex centrale Enel tra via Pasubio e via Galvani, con fine lavori 2021. I lavori sono attualmente fermi per un contenzioso con la ditta che li sta realizzando. Cavalieri precisa però che “il progetto dovrà essere rivisto perché ideato secondo una concezione ante Covid di fare didattica”.
L’Università rimarrà a Dalmine?
In ogni caso, Cavalieri rassicura che, “anche se andasse in porto [il trasferimento alla Ex Reggiani], non vuol dire che dobbiamo per forza di cose smobilitare la sede di Dalmine”.
Parole rassicuranti arrivano anche dal Sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Sono certo […] che l’Università non stia affatto pensando di lasciare Dalmine, dove ha uno storico radicamento, nonostante le difficoltà a reperire nuovi spazi”.
Gori cita a supporto della propria tesi la nuova linea di bus elettrici che collegherà Bergamo a Verdello, passando per Dalmine, chiamata E-BRT. Il progetto ha tempistiche vincolate poiché finanziato con fondi PNRR: i lavori partiranno a inizio 2024 e il servizio sarà operativo da metà 2026.
Il Comune di Dalmine
Il Sindaco del Comune di Dalmine Francesco Bramani, intervistato da L’Eco (PDF) e dal Corriere, spiega di essere rimasto “molto stupito” e spera di riuscire ad incontrare il rettore nei prossimi giorni. Bramani ammette che “uno studio sull’impatto e sulle ricadute territoriali […] sociali e commerciali […] correlati alla presenza del Polo universitario non è mai stato fatto”.
Cosa ne pensa Nostra Dalmine
Come Nostra Dalmine, lista civica di minoranza con due consiglieri comunali, apprendiamo con stupore della possibilità che il dipartimento di Ingegneria si trasferisca in futuro da Dalmine a Bergamo.
Sarebbe una gravissima perdita per la città, vista la capacità che l’Università ha e avrebbe ancora maggiormente — se gestito con attenzione il fenomeno — di generare un indotto economico, sociale, culturale e tecnologico al territorio. Si pensi all’impatto sulle attività commerciali, sugli affitti degli immobili, sulla programmazione culturale, sportiva e del tempo libero. O ancora, sull’associazionismo e sulla capacità di sviluppare progetti tecnologici, per fare altri esempi.
I lavori di espansione del polo universitario a Dalmine, fermi da anni, avevano già generato qualche preoccupazione nei nostri gruppi politici, ma non potevamo neanche lontanamente immaginare questa ipotesi, rassicurati anche dalle risposte dell’amministrazione.
Per questo, chiederemo con urgenza in Consiglio Comunale di chiarire quanto ipotizzato dalla stampa e l’esito di eventuali incontri tra il Sindaco e i vertici dell’università. Una risposta che l’amministrazione deve a tutto il territorio.
Dalmine Città Universitaria
Come Nostra Dalmine abbiamo sempre pensato che Dalmine debba stringere un nuovo legame con il polo universitario di Ingegneria. La presenza dell’Università offre straordinarie opportunità per tutti i cittadini, le associazioni e i commercianti dalminesi.
Questo, a condizione che l’Amministrazione comunale possa governare questo cambiamento, dando vita ad un “patto” con l’Università che definisca in modo chiaro la collaborazione tra i due enti, nella maniera più vantaggiosa possibile per il territorio.
Gli aggiornamenti di marzo
Durante il Consiglio Comunale del 9 marzo, si è parlato del possibile trasferimento della sede di Ingegneria da Dalmine a Bergamo. Ecco cosa è successo.
Il Consiglio ha votato un documento comune che chiede:
• Di garantire la continuità della presenza dell’Università
• Di opporsi allo spostamento di Ingegneria
• Di organizzare un Consiglio alla presenza del Rettore
Il Sindaco è intervenuto con le ultime novità:
• Bramani ha incontrato il Rettore, che gli ha garantito che l’Università non lascerà Dalmine
• Bramani ha invitato il Rettore a un Consiglio Comunale per rispondere alle domande dei consiglieri
• C’è stato un tavolo con Tenaris che si è mostrata disponibile a dare spazi all’Università
Il commento di Nostra Dalmine in Consiglio Comunale:
• Ingegneria è fondamentale a Dalmine perché si lega bene al tessuto industriale
• Tutti parlano di cosa l’Università dà a Dalmine, ma cosa dà Dalmine all’Università? Dobbiamo lavorare sodo su cultura, sport, commercio per rendere la nostra città attrattiva
• Serve un Patto Universitario, che coinvolga tutti: cittadini, associazioni, commercianti
• Noi daremo il 100% per far sì che Dalmine diventi una vera Città Universitaria
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Aggiornamento 8 febbraio, ore 11:20: Articolo aggiornato integrando l’articolo de L’Eco dell’8 febbraio.
Aggiornamento 10 marzo, ore 15:10: Articolo aggiornato con le novità del Consiglio Comunale del 9 marzo
E’ ovvio che trattasi di interessi di privati che nulla hanno a che fare col bene pubblico.
Costruire strutture funzionali e poi ampliarle, negli attuali spazi che pur ci sono, sarà costato qualcosa nel corso di tanti anni ? Inoltre l’indotto socio economico costruito ed ampliato anch’esso nel tempo, può essere distrutto a favore di una società privata ? Attenzione: “i soldi” travolgono spesso le ragioni sociali che si esprimono con …….debolezza.