IRPEF 2015 – Giusto rimodulare l’aliquota in base al reddito

La scelta dell’IRPEF con una rimodulazione per scaglioni di reddito, appare in linea e coerente con quelle che sono le linee del nostro gruppo in merito alla politica fiscale: un’applicazione di tasse, tributi e tariffe equa e non depressiva per i cittadini e le attività produttive. Se proprio dobbiamo aumentare le tasse, è giusto che chi ha più, paghi di più.

Come l’anno scorso, ci troviamo a discutere di un aumento dell’imposizione fiscale dovuto essenzialmente ai tagli dai trasferimenti statali. È un trend spiacevole e fastidioso: non piace a nessuno aumentare le tasse. Tuttavia, a fronte di un mantenimento dei servizi – che ci sentiamo di condividere come scelta – e a una manovra non sufficiente per il taglio delle spese correnti, una scelta doveva essere fatta. In questo senso, intervenire ulteriormente sulla IUC avrebbe significato penalizzare i cittadini di tutte le fasce di reddito e le attività produttive, una scelta di certo poco condivisibile, specialmente nella situazione di congiuntura economica negativa che viviamo. La scelta dell’IRPEF, invece, con una rimodulazione per scaglioni di reddito, appare in linea e coerente con quelle che sono le linee del nostro gruppo in merito alla politica fiscale: un’applicazione di tasse, tributi e tariffe, nei limiti del possibile, equa e non depressiva per i cittadini e le attività produttive. Se proprio dobbiamo aumentare le tasse, è dal nostro punto di vista giusto che chi ha più, paghi di più. Pertanto, accogliamo favorevolmente questa proposta, sempre in considerazione di un contesto di tagli dallo Stato. Tuttavia, non possiamo tralasciare quell’importante fenomeno che è l’evasione fiscale. Per questo motivo, per far sì che paghi chi effettivamente ha di più e non solo chi ha il senso civico e l’onestà di dichiarare il vero, sollecitiamo l’Amministrazione a cercare quanto più possibile di contrastare l’evasione fiscale, attraverso strumenti innovativi. In Commissione abbiamo proposto una convenzione con l’Agenzia delle Entrate, simile a quella che ha già in essere il Comune di Bergamo; tuttavia, su questo strumento paiono esserci alcune criticità che vanno affrontate con attenzione. Per questo, non vogliamo dare una direzione precisa, ma invitiamo l’amministrazione e ci impegniamo a nostra volta a trovare possibili strumenti inediti su questo tema, importante e fondamentale perché le tasse siano effettivamente eque e non depressive.

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