L’Amministrazione ci ha informati che l’area verde non sarà ripristinata, ma al suo posto sarà realizzato un nuovo parcheggio, a servizio, presumibilmente, dei nuovi esercizi commerciali.
Il mese scorso abbiamo presentato un’interrogazione in merito al futuro dell’area verde antistante il Cimitero napoleonico di Sabbio, situato tra via Roma e l’autostrada A4, nei pressi della rotonda posta all’ingresso dell’abitato.
Dal momento che l’area era stata interessata dai lavori per la costruzione del Burger King e del discount In’s, riconvertita momentaneamente come area di scarico dei materiali di scarto e come area di manovra degli automezzi, abbiamo domandato all’Amministrazione se e quando l’area verde sarebbe stata ripristinata, oppure se fossero previsti ulteriori interventi edilizi.
Purtroppo, l’Amministrazione ci ha informati che l’area verde non sarà ripristinata, ma al suo posto sarà realizzato un nuovo parcheggio, a servizio, presumibilmente, dei nuovi esercizi commerciali. La decisione di riservare quest’area all’utilizzo come parcheggio è stata presa dal Consiglio comunale nel novembre del 2016, con l’approvazione di una specifica variante al Piano dei Servizi; come Nostra Dalmine avevamo votato contro questa decisione e le motivazioni di allora sono valide tutt’oggi:
- Dei parcheggi realizzati in tale area si rivelano poco utili: l’area è piccola e situata al di là dell’autostrada e dunque in direzione opposta ai servizi commerciali;
- Proprio a fianco di quest’area verde sorge un’area ghiaiosa, ben più ampia, che per lungo tempo è stata adibita a parcheggio e che oggi giace inutilizzata e incurata; un parcheggio qui avrebbe potuto fungere anche come parcheggio esterno all’abitato di Sabbio, incentivando i cittadini a parcheggiare fuori e muoversi a piedi nel centro del quartiere;
- Quest’area verde si trova proprio a ridosso di un Cimitero di epoca napoleonica, che ha una sua importanza storico/culturale che rischia di essere compromessa se relegata a sfondo di un parcheggio.
Ancora una volta, dobbiamo constatare che la scelta sia quella di sacrificare una porzione di verde pubblico, per quanto piccola e periferica, piuttosto che impegnarsi in un progetto di riqualificazione dell’esistente.