Mercoledì 11 marzo 2020 si è svolto il Consiglio Comunale a porte chiuse. Durante la seduta abbiamo votato contro il Documento Unico di Programmazione (DUP), il documento più importante di ogni anno che elenca le azioni che l’amministrazione vuole fare nel triennio. Ecco il nostro intervento completo.
⌚️In 30 secondi:
Manca un’idea chiara su come realizzare la propria visione di città: si accenna a più riprese alla necessità di far sì che Dalmine diventi una città e non più una periferia, ma perché ciò accada servono politiche chiare e concrete sullo sviluppo commerciale, culturale e infrastrutturale a tutto tondo, perché divenga attrattiva non solo esternamente, ma anche per i dalminesi stessi. E manca un’idea chiara persino su come poter finanziare questi futuri interventi. Siamo in ritardo, in ritardissimo, sull’istituzione di un ufficio insieme ad altri Comuni che possa occuparsi di raccogliere fondi dai bandi europei. Gli oneri di urbanizzazione e le alienazioni che oggi finanziano le opere pubbliche non esisteranno per sempre: prima o poi dovremo attingere necessariamente ad altri fondi.
IL NOSTRO INTERVENTO ?
Innanzitutto grazie agli Assessori e ai Dirigenti che hanno esaustivamente risposto alle nostre numerose domande in sede di Commissione e dello scorso Consiglio Comunale.
Sappiamo che si tratta di un documento di programmazione composto da tanti argomenti, è naturale che per alcuni di essi avremo una certa valutazione, per altri un’altra valutazione. Premettiamo i complimenti per l’indubbio lavoro di valore degli uffici per la definizione di un documento così complesso, ritenendo tuttavia necessario sottolineare l’inghippo della scorsa seduta, che speriamo non si ripeta i prossimi anni.
I punti positivi ✅
Vogliamo partire dagli aspetti più positivi, anche per offrire a questa seduta un certo slancio di positività che può solo che fare bene dalla discussione. Intravediamo sicuramente il lavoro in maniera organica e la programmazione su alcuni temi. Sono infatti molto buoni gli interventi relativi alla digitalizzazione dell’ente (la versione mobile del sito, il supporto chat per i cittadini, i certificati anagrafici resi in digitale), che bene potrebbero coniugarsi più avanti anche in altre aree, come quella ambientale (si pensi a come il “numero verde” prospettato per i rifiuti potrebbe essere sostituito da un più comodo e intuitivo servizio digitale) e quella della riduzione della carta nell’ente comunale. Molto buona la programmazione sull’istruzione, la cultura e la Biblioteca, dove si denotano l’attenzione in termini di progettualità, il tentativo di risolvere le criticità cittadine e l’attenzione alle richieste della cittadinanza. Le linee guida sono buone, e l’invito è quello di considerare con più attenzione le azioni che rischiano di avere una ricaduta economica importante, e tuttavia un utilizzo non certo da parte della popolazione (es: realtà virtuale e QR code nei luoghi cittadini). Senza dimenticare, poi, che la cultura si fa anche e soprattutto confrontandosi apertamente con la popolazione e le Associazioni del terrritorio. Ci fa piacere che sia stato accolto il nostro input sulla commissione per le politiche giovanili, ci auguriamo una repentina istituzione del tavolo di lavoro e poi anche la destinazione di un budget, seppur minimo, che possa definirne le attività.
Molto buono anche il capitolo dello sport, che è vicino a quello che è la vision del nostro gruppo su questo tema. Il tema delle manutenzioni straordinarie da progettare e programmare è prioritario, e l’auspicio è che si lavori con un audit delle strutture del territorio, delineando chiaramente i bisogni che ha ogni specifica struttura, mettendoli poi in relazione con l’utilizzo effettivo sul territorio. Chiaramente, i due interventi principali (Piscine e Velodromo) richiedono la speranza che attori privati o pubblici si interessino alle strutture e risolvano problematiche decennali. Tuttavia, la speranza può diventare realtà, se si lavora con convinzione verso azioni di promozione e progettualità.
Qualcuno direbbe che è inutile citare i servizi sociali, fiore all’occhiello del nostro Comune, ma non si può che fare un plauso a chi è stato in grado di costruire nei decenni delle politiche all’avanguardia sulla fragilità.
I punti critici ❌
Veniamo però ai punti critici. Ne esistono in questioni forse minori: ad esempio, per quanto riguarda e false priorità evidenziate sul tema della sicurezza, come messo in evidenza anche nelle nostre domande di questa sera. Questi sono storici cavalli di battaglia della Lega, che di fatto crediamo non recheranno un grande danno alla cittadinanza, essendo de facto dei bluff.
I punti critici ben più gravi derivano però da quella che sembra essere mancanza di una vision chiara sul centro cittadino e sullo sviluppo della città. Una città che non sia periferia, si legge nell’introduzione di questo documento di programmazione, eppure le idee su questo processo di trasformazione non sembrano affatto essere chiare e cristalline. Manca completamente l’idea sui principali luoghi strategici del territorio, come l’ex Cral e le Pensiline, che giustamente (forse) non si vogliono alienare, ma per cui nemmeno si destinano dei finanziamenti, delle idee, dei progetti. Crediamo sia grave che si destinino 500.000€ per la ristrutturazione della ex Biblioteca di Via Kennedy senza nemmeno avere l’idea di quali uffici inserire in quella struttura. Manca completamente un accenno al rapporto con l’Università, che ha necessità di svincolarsi dai rapporti formali e informali che pure sappiamo esistere con l’amministrazione, ma deve diventare un piano organico di reciproco sviluppo, che incroci tutti i temi cruciali della cittadinanza. E, gravissimo, manca una pianificazione commerciale della città: una tutela del commercio di vicinato, delle politiche di sviluppo dell’economia locale. Le azioni prospettate sono poche e timide, e non c’è da stupirsi, non c’è neanche un assessore delegato alle attività produttive. Da novembre chiediamo una commissione sul tema del commercio, senza avere risposte concrete: forse a fine febbraio è ora di organizzarla e di iniziare a studiare idee insieme che possano rivitalizzare il centro cittadino e far diventare davvero Dalmine una città svincolata dal concetto di periferia.
Non si può dire che manchi la visione sullo sviluppo urbanistico e viabilistico del territorio, eppure questa visione ci sembra profondamente sbagliata e dannosa. Si parla di tutela delle aree verdi, come il PLIS, eppure si citano “interventi volti a migliorarne la fruibilità”, che de facto hanno un impatto ambientale, una situazione che si configura come un controsenso; è completamente poi ignorato il tema dell’attività venatoria, per cui da mesi i cittadini e le associazioni attendono risposte. Sulla viabilità, c’è una visione opposta rispetto a quella che riteniamo di buon senso per la salute, l’ambiente e la vivibilità cittadina. La priorità doveva essere data alla riduzione del traffico di attraversamento e alla mobilità dolce. Invece, gli interventi previsti per Via Verdi non faranno altro che privilegiare e fluidificare il traffico di attraversamento (da Brembo e Mariano verso Dalmine). Manca qualsiasi tipo di intervento per privilegiare la mobilità dolce (0€ di finanziamento per le piste ciclabili nel 2020, con la giustificazione dell’attesa del Biciplan, e la sparizione dell’intervento Sabbio-Levate dal piano triennale, dopo aver rinunciato al finanziamento regionale). Manca una pianificazione e una visione, anche a livello provinciale, sul trasporto pubblico o comunque in generale alternativo all’automobile; e anzi, l’unico intervento di più ampio respiro è il sostegno alla Bergamo-Treviglio, infrastruttura dannosa e che – come specificato anche dai progettisti stessi e da numerosi studi effettuati negli anni – non risolverà affatto il traffico su quella tratta.
quindi ?
Il documento presenta dei punti forti ed importanti, soprattutto relativi ai temi dello sport, della cultura, della scuola e della digitalizzazione dell’ente. Al contempo, va riconosciuto che tanti ahimè sono i punti deboli su cui è assolutamente necessario muovere idee, visioni e collaborare con gli attori del territorio.
Il punto è che questi punti deboli non sono banali, ma sono quelli cruciali per il futuro della città, per non far crollare il centro di Dalmine e l’idea stessa della nostra città. Manca completamente l’accenno all’Università, agli enti partner sul territorio, alla pianificazione commerciale. Gli interventi più significativi dal punto di vista economico non sono prioritari o addirittura sono contrari alla nostra idea di sviluppo urbanistico, viabilistico e ambientale della città. Alcuni interventi sono addirittura proposti senza una visione effettiva sulla destinazione degli edifici dopo i lavori, come il caso della ex Biblioteca di Via Kennedy.
E soprattutto, manca un’idea chiara su come realizzare la propria visione di città: si accenna a più riprese alla necessità di far sì che Dalmine diventi una città e non più una periferia, ma perché ciò accada servono politiche chiare e concrete sullo sviluppo commerciale, culturale e infrastrutturale a tutto tondo, perché divenga attrattiva non solo esternamente, ma anche per i dalminesi stessi. E manca un’idea chiara persino su come poter finanziare questi futuri interventi. Siamo in ritardo, in ritardissimo, sull’istituzione di un ufficio insieme ad altri Comuni che possa occuparsi di raccogliere fondi dai bandi europei. Gli oneri di urbanizzazione e le alienazioni che oggi finanziano le opere pubbliche non esisteranno per sempre: prima o poi dovremo attingere necessariamente ad altri fondi.
VOTIAMO CONTRO ?
Voteremo contrario a questo DUP. Non è un bocciarlo a priori, non è una visione aprioristica del vostro mandato. Non vogliamo mettere un muro con la vostra amministrazione. Vogliamo evidenziare con questo nostro voto il nostro disaccordo – e quello dei cittadini che ci sostengono – su una certa idea di sviluppo e di visione sulla città. Una città che possa slegarsi dal suo ruolo di periferia diventando città universitaria, città sostenibile, città del commercio, città delle risorse. Questo voto è uno sprone ad individuare una vision più chiara e coerente per il DUP del 2021, dove a questo appuntamento speriamo di mutare il nostro giudizio in positivo.
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