L’ora migliore di Dalmine

In questi mesi, Dalmine è stata colpita duramente dall’epidemia di Covid-19 che ha provocato numerosi morti e aggravato le condizioni di molti nostri concittadini che già si trovavano in condizione di fragilità. La reazione della città al periodo di confinamento è stata però esemplare, tanto che parlare di “episodi di solidarietà” sarebbe riduttivo ed ingeneroso. Dalmine, e i dalminesi, sono stati infatti protagonisti di una vera e propria “struttura della solidarietà” che è riuscita a sostenere ed aiutare migliaia di persone.

Questa rete solidale ha avuto successo perché ha visto la partecipazione di tutta una serie di protagonisti:

  • Istituzioni comunali ed uffici competenti;
  • associazioni di volontariato;
  • Protezione Civile e Croce Rossa Italiana;
  • parrocchie, oratori e Caritas/Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento;
  • imprese, attività commerciali, cooperative e supermercati;
  • numerosissimi singoli cittadini.

I servizi che sono stati attivati a sostegno della cittadinanza hanno riguardato principalmente la consegna della spesa e dei farmaci a domicilio, la raccolta di viveri e la consegna di pasti e pacchi alimentari.

Come lista civica abbiamo sentito anche noi il bisogno di darci da fare, oltre che partecipando individualmente alle iniziative coordinate dal Comune e dalle varie associazioni, proponendo il progetto di Solidarietà Informatica spiegato meglio nel riquadro a destra.

I numeri che l’insieme delle iniziative di solidarietà sul territorio ha prodotto, sono davvero notevoli: a fronte di quasi 200 volontari impiegati (ma molti di più sono stati quelli che si sono fatti avanti, mettendosi a disposizione), le famiglie aiutate sono state più di 2.000. Una mobilitazione generale e spontanea che, da dalminesi, non può che farci grande piacere.

Al momento dell’annuncio dell’inizio del lockdown, il 9 marzo, il Presidente Conte citò il Primo Ministro britannico Winston Churchill, affermando che i mesi a venire sarebbero stati “l’ora più buia” (darkest hour) dell’Italia, facendo riferimento al periodo della Seconda Guerra Mondiale che va dal giugno 1940 a metà del 1941, quando, dopo la resa della Francia, il Regno Unito si trovò da solo a fronteggiare le armate naziste in Europa.

Ma Churchill, in quel giugno 1940, tenne un altro discorso nel quale, pur riconoscendo in quel momento l’ora più buia del Paese, capovolse la situazione dicendo “prepariamoci dunque ai nostri doveri e comportiamoci in modo tale che se l’Impero britannico ed il suo Commonwealth dureranno un altro migliaio d’anni, i posteri diranno ancora: Questa fu la loro ora migliore (finest hour)”.

Siamo sicuri che, quando i futuri dalminesi guarderanno indietro a questi mesi appena trascorsi, vedranno certamente le testimonianze delle sofferenze e della malattia, ma vedranno altrettanto sicuramente anche il coraggio e la dedizione dei moltissimi che si sono messi a disposizione per aiutare gli altri, riconoscendo che questa è stata l’ora migliore dei dalminesi.

Questo articolo fa parte del quinto numero di Fly Zone, il giornalino di Nostra Dalmine.

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