Riportiamo di seguito il nostro intervento sul DUP 2023, il documento di programmazione presentato dall’Amministrazione. Abbiamo votato contrario, e qui presentiamo le nostre ragioni.
Riportiamo i due interventi che Nostra Dalmine ha fatto durante il Consiglio Comunale del 12 aprile 2023.
Il commento del nostro consigliere Fabio Tiraboschi, dove spiega perché abbiamo votato contro.
Come sarà Dalmine nel 2040? Ma sopratutto, come vogliamo Dalmine nel 2040?
Credo sia una delle domande più difficili a cui dare risposta, soprattutto perché è difficile immaginare le nostre stesse vite con un tale orizzonte temporale, difficile darsi risposte su una società o una città. Eppure è ciò che una buona Amministrazione dovrebbe fare, immaginandosi l’evoluzione di ciò che governa, da tutti i punti di vista. E allora come sarà Dalmine, secondo questo DUP?
Oggi tiriamo le somme dell’Amministrazione Bramani, oggi è l’ultimo DUP politico ed effettivo della Giunta, il prossimo sarà a ridosso dalle elezioni. Oggi si pianifica per l’ultima volta il futuro della nostra città con il punto di vista di chi sta governando oggi Dalmine.
E allora come ci sogniamo noi di Nostra Dalmine la città, nel 2040?
La immaginiamo più sostenibile, in grado di coniugare lo sviluppo con un’attenzione rinnovata alle esigenze delle persone, che devono poter passeggiare, respirare aria pulita, andare in bicicletta, spostarsi senza impattare troppo sull’ambiente; e alla natura, che deve poter rivivere e prosperare pur in un contesto urbano.
La immaginiamo più sociale, in grado di ravvivare le comunità, di dimenticare lo stigma da “città dormitorio”, una città che prolifera di cultura, di relazioni, di associazioni. Un tessuto sociale in cui nessuno rimane indietro e in cui ognuno trova il proprio spazio per esprimere se stesso ed essere felice. In cui i commercianti si rivolgono con innovazione e modernità ai cittadini circostanti.
La immaginiamo più universitaria, un polo di attrazione scientifico e tecnologico dove possono avere vita progetti avveniristici, perfettamente integrati alla società e all’amministrazione, dove gli studenti e i professori sono felici di vivere Dalmine e di arricchire Dalmine.
Crediamo che proprio in questo contesto, negli anni in cui il dramma del Covid-19 ha lasciato ferite nel territorio, ma anche straordinarie opportunità economiche, si debba tracciare la direzione. Dove il PNRR lascia ampio margine di poter sognare e concretizzare. Dove, riteniamo, non si sia fatto abbastanza per realizzare ciò che sogniamo e che molte persone sognano, e alcuni obiettivi non siano nemmeno stati avviati.
Oggi non si intravedono margini per una città sostenibile e naturale, poiché l’Amministrazione non sta puntando abbastanza sugli spazi verdi, sulla piantumazione, sulla mobilità sostenibile, ma piuttosto sul sostegno a grandi opere e infrastrutture e sul privilegiare nuovamente le automobili.
Non c’è una politica commerciale sufficiente per integrare le potenzialità del territorio con una potenziale rinnovata socialità, che vada oltre eventi spot seppure importanti.
E dal punto di vista dell’Università, ciò che rimane da questo DUP è l’ennesimo tentativo di costruire un “Patto” che ad oggi non ha alcuna promessa di essere efficace.
Manca a nostro avviso una visione e un progetto per rendere Dalmine come merita: una città in salute, verde, sociale, universitaria. E per questo, giudichiamo negativamente questa amministrazione e questo ultimo vero documento di programmazione.
Il commento del nostro consigliere Mattia Buonocore, su cosa ci è piaciuto e cosa no nel DUP.
Innanzitutto vogliamo ringraziare Sindaco e assessori per l’esposizione del DUP in Commissione e per aver risposto puntualmente alle nostre molte domande, e come sempre ringraziamo gli uffici e i dirigenti per il loro lavoro mastodontico su questo tipo di documenti.
Ci sembra doveroso mettere in ordine ciò che apprezziamo e soprattutto ciò che non apprezziamo rispetto a questa programmazione triennale dell’Amministrazione.
Il tema centrale che ci sarebbe piaciuto vedere con maggiore presenza, come negli anni precedenti, è l’Università. Viste le notizie delle ultime settimane è una mancanza che si sente ancora di più. Lungi da noi addossare colpe, ma riteniamo che una progettualità così magra sia una naturale premessa alle notizie che tutti conosciamo. E parliamo di progettualità in vari ambiti: cultura, commercio, urbanistica, edilizia, sport, viabilità, politiche giovanili. Siamo convinti che sia necessario cambiare subito passo per poter competere con Bergamo sotto il profilo dell’attrattività, e quello che c’è, e soprattutto non c’è in questo DUP non è sufficiente. L’anno scorso dicevamo che per prepararsi all’espansione del campus servivano spazi, servizi, progetti, ora dall’espansione siamo passati ad un possibile forfait, e ciò dimostra che parlare di un generico “Patto per l’Università” sia troppo vago se non si fanno dei passi avanti concreti, anche perché questa Amministrazione si avvicina alla fine del suo mandato. Noi siamo convinti che per poter parlare davvero di Città Universitaria servirebbe un assessorato o almeno una delega specifica sul tema.
Per quanto riguarda le politiche ambientali ci tocca ribadire la visione semplicistica che contraddistingue l’Amministrazione. La pulizia e la manutenzione del verde e della città sono lodevoli ma non si può pensare che siano la potenziale base di un Patto per l’Ambiente, base che invece dovrebbe essere lo sviluppo sostenibile. In questo senso c’era una possibilità, ovvero il piano per la qualità dell’aria che avevamo proposto tempo fa e che questo Consiglio aveva approvato, per poi farlo tristemente sparire dai radar. In breve il problema è che non vengono investiti abbastanza soldi ed energie sulla transizione ecologica e la lotta al cambiamento climatico, responsabilità di tutti. Va ribadita l’importanza degli sforzi contro l’emergenza siccità e anche contro l’emergenza caldo: Dalmine è a tutti gli effetti un’isola di calore, servono nuove aree verdi e serve censire quelle inutilizzate per piantare nuovi alberi. Fondamentali sono anche la rigenerazione urbana e la riduzione del consumo di suolo, il recupero dei luoghi passa da scelte oculate a livello di priorità e investimenti, ecco perché pensiamo che la palazzina della Polizia Locale andrebbe riqualificata. Sicuramente vediamo delle note positive: le Comunità Energetiche, la nuova illuminazione pubblica a LED, le nuove stazioni di ricarica, i progetti plastic free, la raccolta differenziata e la riqualificazione dei parchi. Ma a mancare sono una visione e una buona tempestività, il quadro generale è carente su un tema in cui non si può pensare di procedere per singole buone azioni e occasioni colte.
Di pari passo con l’ambiente vanno la mobilità e la viabilità. Rileviamo di nuovo la disparità di risorse investite sulla mobilità sostenibile e alternativa rispetto a quella pesante, le priorità di questa Giunta sono ancora le automobili e le grandi infrastrutture. Sicuramente apprezziamo il lavoro svolto sulla 525 e le zone 30. A livello di trasporto pubblico è necessario ribadire il sostegno ad E-BRT e migliorare i contatti con ATB e i servizi di sharing affinché Dalmine possa godere di servizi ancora migliori. Un discorso a parte lo merita il Biciplan: sarebbe servito un lavoro come quello ben fatto sui parchi, prevedendo per ogni anno almeno 2 ciclabili finanziate con tempi, modi e soprattutto fondi certi, oltre ovviamente ai servizi accessori. Il rischio è invece di andare lentamente e a tentoni, procedendo per episodi sporadici e perdendo il filo rispetto all’evoluzione complessiva della rete viabilistica e del fondamentale aumento della mobilità dolce. Ricordiamoci anche che le ciclabili servono a poco se si accompagnano con tagli di alberi e nuovi parcheggi, come è successo in via Buttaro.
Molto importante è anche il tema dell’associazionismo e del volontariato. Chi governa un Comune, nel limite delle possibilità dell’ente, deve essere parte attiva nella risoluzione della crisi del terzo settore che da solo non può farcela, anche perché esso garantisce molti servizi socio-assistenziali che in futuro potrebbero sparire. Mettere in rete le varie realtà è importantissimo. Molto bene che il Registro dei Volontari cresca e funzioni, l’invito è a promuoverlo con ancora più convinzione. Un discorso simile si può fare per le attività culturali, molte sono svolte grazie ad associazioni. Questo va bene nel breve per garantire i servizi, ma nel lungo bisogna dotarsi di un progetto che vada oltre il proprio mandato. Le forze e le risorse ci sono, basta saperle cercare, e le parrocchie lo dimostrano pur essendo un bacino potenzialmente molto più piccolo. Secondo noi in quest’ottica è importante che la scuola si faccia promotrice di un coinvolgimento nella vita della comunità che possa poi svilupparsi e proseguire lungo tutta la propria vita.
Un altro grande tema sociale è la crisi demografica, che in questo DUP latita. Nell’ultimo anno la nostra popolazione è calata di 184 persone e per la prima volta il numero di deceduti ha superato quello di nati. Come si può risolvere tutto questo? Aiutando i giovani ad avere prospettive economiche stabili con incentivi per l’affitto e l’acquisto della casa, aiutando donne e uomini a coniugare le sfere lavorative, familiari e private, essendo un territorio attrattivo sia per chi è già qui sia per chi potrebbe arrivare. Va stimolato un grande ragionamento con l’Ambito, la competenza è regionale ma le azioni si possono integrare, idem sul sostegno alla natalità (pensiamo ad esempio agli asili nido, di competenza comunale, e agli sportelli per accedere ad agevolazioni economiche).
Chiudendo la macro-area del sociale, un plauso va come sempre rivolto alle ineccepibili azioni svolte dai nostri servizi sociali e dall’Ambito, in particolare sui temi dell’anzianità e della casa. Ci sono ottimi progetti per il futuro anche a livello di coinvolgimento del territorio. Facciamo un unico appunto: è importante integrare man mano iniziative che prendano atto di nuove forme di fragilità sociali ed economiche, ad esempio sulla salute mentale, è chiaro che sia una competenza di ATS, ma ciò non impedisce al Comune di farsi promotore del tema, ad esempio con uno sportello di contatto o anche solo aggiornando i dati di Ambito (che per assurdo sono fermi al 2017).
Un’altra questione dirimente è quella legata al commercio. Dopo quattro anni di consiliatura possiamo ribadire che la mancanza di un assessorato al commercio si fa sentire, soprattutto in ottica di sostegno del commercio di vicinato e di confronto con i commercianti. Dalmine rischia di diventare un centro commerciale a cielo aperto. Bisogna aiutare le vecchie e nuove attività e PMI del territorio con le sfide dei nostri giorni: diversificazione del prodotto, servizi integrati e multicanale, servizi digitali (sito, social, App, delivery, visibilità online), co-partnership territoriali, eventi innovativi. Questo indirettamente stimolerebbe anche la cultura e l’aggregazione sociale. Il Comune può farsi aiutare e creare integrazioni con Point, Camera di Commercio, Università, scuole superiori e associazioni di categoria. Una nota positiva sono gli incentivi del Distretto sull’imprenditoria giovanile e i locali sfitti.
L’ultimo grande argomento che ci sta molto a cuore sono le politiche giovanili, che ci sembrano trattate in modo molto fumoso. Il “Tavolo Giovani” indetto l’anno scorso sta forse iniziando a carburare, ma la gestione confusionaria che abbiamo visto finora dimostra quanto sia imprescindibile una Commissione forte che sia anche politica. Apprezziamo i progetti di Ambito relativi a Youth Skills, ma serve più incisività per intercettare bisogni, problemi e proposte dei giovani in maniera eterogenea, puntando a coinvolgere (anche nelle iniziative culturali) anche chi vive situazioni di disagio.
Il tema della sicurezza viene di nuovo esasperato, mostrando un’emergenza che di fatto a Dalmine non ha queste dimensioni (nonostante alcuni innegabili fatti incresciosi). A prescindere da questo, non condividiamo l’approccio securitario e a tratti repressivo di questa Amministrazione: le parole d’ordine dovrebbero essere prevenzione, alternative, coinvolgimento.
E infine due accenni sulla cultura. In primis ci stranisce che a livello di programmazione siano in sordina le discipline STEM (scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche, matematiche). Ci stranisce perché sul territorio abbiamo un dipartimento di Ingegneria, un liceo scientifico, un istituto tecnico, un polo di innovazione e un’azienda come Tenaris, coinvolgere enti scientifici e tecnologici stimolerebbe anche l’attrattività di cui parlavamo prima rispetto all’Università. Ci è dispiaciuto poi apprendere che il bando di riqualificazione della biblioteca non sia stato approvato e che al momento non ci sia un vero piano B: la mancanza di spazi culturali, aggregativi e giovanili è destinata a continuare a incidere.
Per par condicio concludo citando alcune iniziative che abbiamo apprezzato. Bene la progettualità sul turismo, con i rifugi, le giornate FAI, le visite della company town e i pannelli informativi. Interessanti anche le prospettive sulla digitalizzazione dell’ente, con il quasi milione di euro in arrivo dal PNRR (sperando venga utilizzato al meglio) e il Piano per le attrezzature informatiche nelle scuole. Siamo curiosi anche rispetto alla nuova figura del mobility manager. E infine bene l’imminente inizio dei lavori sulle strutture sportive, sebbene sia importante ribadire come si sia persa l’occasione di ripensare le aree in ottica multifunzionale e quanto non sia per nulla chiaro e rassicurante il destino delle piscine a livello di gestione.
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