Il risultato del 2022 ha permesso all’Amministrazione di Dalmine di investire 3.7 milioni, ma vengono trascurati ambiente e giovani.
Durante il Consiglio Comunale del 14 giugno 2023, l’Amministrazione di Dalmine ha presentato i risultati (rendiconto) del Bilancio 2022 e il cosiddetto “avanzo di amministrazione”, cioè i soldi avanzati dal 2022 e che possono essere spesi, più o meno liberamente, nel 2023.
Il risultato del 2022 ha permesso all’Amministrazione di investire 3.7 milioni di euro, di cui buona parte liberamente gestibili, per una serie di spese e di investimenti.
Questi 3.7 milioni sono suddivisi tra parte corrente (150.000 liberi e 518.000 vincolati da trasferimenti) e parte di investimento (1.1M liberi e 412.000 vincolati da trasferimenti, e ulteriori 560.000 vincolati da investimenti e 956.000 vincolati da principi contabili o normativi).
Come Nostra Dalmine, lista civica di minoranza con due consiglieri comunali, abbiamo rilevato una serie di criticità:
— Crescono le entrate di 100.000 euro per l’addizionale comunale Irpef. A nostro avviso, questo dato è destinato a salire con la scelta di applicare una “flat tax”, a scapito delle fasce medie e medio-basse. Non sarebbe stato però proprio il momento di aumentare la tassazione.
— Con felicità, abbiamo appreso dello stanziamento di 150mila euro per i cosiddetti “teleriscaldati“, ma la soglia ISEE applicata taglia fuori la maggior parte dei cittadini. La nostra proposta, una graduatoria in base al reddito, sarebbe stata egualmente sostenibile ma più giusta.
— Sono stati stanziati altri 640.000 euro per l’edificio Ex Cral, in aggiunta a quelli ricevuti dai fondi Covid-19 di Regione Lombardia, perché l’aumento dei costi non ha consentito di rientrare nell’investimento iniziale. La favola della Regione che spesa tutto è già finita.
— In tutto ciò, le piste ciclabili ricevono un finanziamento aggiuntivo di ben… 20mila euro. Forse riusciremo a realizzare un tratto di qualche centimetro.
Pensiamo che l’Amministrazione stia trascurando alcune importanti priorità, come l’ambiente e le politiche giovanili, su cui intravediamo direzioni poco coraggiose ed incisive.
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